* CORAL POLGE *

(1946 – 2001)

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CORAL POLGE BIOGRAFIA

Era una delle più famose sensitive britanniche (londinese di nascita), divenuta famosa per essere in grado di realizzare ritratti di persone defunte (che lei non poteva affatto conoscere), che venivano riconosciute da parenti o amici presenti alle sedute durante le quali l’artista si esibiva: l’identità delle persone raffigurate nei ritratti realizzati dalla medium veniva provata senza ombra di dubbio attraverso le fotografie esibite successivamente dai parenti o amici dei defunti, che riconoscevano nei disegni i propri congiunti scomparsi.

I ritratti venivano realizzati in modo molto rapido (tra i 5 e i 20 minuti) ed erano preceduti da un breve contatto tra le mani del parente e quelle della sensitiva, la quale affermava di non vedere le persone che ritraeva, ma semplicemente di “percepirle”: infatti avvertiva come una sorta di intuizione che la spingeva a disegnare i volti, rimanendo poi lei stessa stupita di quanto realizzato.

La medium stessa descrisse il processo di automatismo creativo in questi termini: “Non vedo le persone che ritraggo, le ‘sento’, mi sembra cioè di diventare io stessa il soggetto in questione, e disegnando esprimo quello che sento di essere. C’è quindi da parte dello spirito un certo controllo della mia persona. Io ne capto il carattere, il temperamento, partecipo delle sue sofferenze, della sua gioia. Mi vengono anche trasmesse notizie e nomi relativi alle persone che ritraggo, ma non sento le parole in senso acustico, le ricevo direttamente nella mente” (Arte Medianica – P. Giovetti, 1982, p. 175).

Coral Polge fu un’artista medianica eccezionalmente prolifica: produsse infatti circa 70.000 disegni e schizzi. Fece delle sue doti di sensitiva la sua professione, cosa alquanto comune, dato che l’Inghilterra vanta la più antica tradizione in fatto di ricerca psichica ed esistono attualmente, a livello universitario, una cattedra di Anomalistic Psychology presso il Dipartimento di Psicologia della Goldsmiths University of London, nonché una cattedra di Parapsicologia (l’unica al mondo) presso l’Università di Edimburgo in Scozia.

L’artista sposò inoltre Tom Johanson, segretario della SAGB (Spiritualist Association of Great Britain) e direttore della Spiritualist Gazette. Al contrario di altri artisti medianici, Coral Polge era invece dotata di una buona preparazione artistica, avendo lei stessa frequentato la Harrow Art School. Anche in lei si ritrova il classico schema di sviluppo dei fenomeni di automatismo creativo riscontrato in altri artisti, come la scoperta “casuale” delle sue doti, maturata in ambiente spiritistico (la Polge frequentò anche un corso per sviluppare le sue doti medianiche). Al contrario di altri artisti medianici, la Polge manifestava i propri automatismi in uno stato apparentemente ordinario di coscienza, ovvero senza cadere in trance, e in piena luce.

A volte le sue esibizioni avvenivano in presenza di un altro medium, il quale, mentre lei disegnava il ritratto del defunto, parlava per mezzo dell’entità spiritica, riferendo dettagli e informazioni (che si rivelavano vere) sulla vita del soggetto rappresentato dall’artista. A proposito della tecnica artistica, l’artista dimostrò di preferire l’utilizzo di matite e pastelli, anziché olio e tempera: “Le matite e i pastelli mi consentono di lavorare più velocemente; dipingere coi colori e i pennelli è troppo lento. Le mie impressioni arrivano molto velocemente, e se mi fermo a mescolare i colori le perdo” (Arte Medianica – P. Giovetti, 1982, p. 176).

Al contrario di altri artisti, la Polge dimostrò di avere un atteggiamento più razionale e consapevole, ossia più controllato rispetto ai fenomeni di automatismo creativo che la riguardavano, denotando una personalità critica e, apparentemente, meno soggetta a condizionamenti.

CORAL POLGE QUADRI

Fonte: Arte Medianica – Una Nuova Ipotesi di Ricerca di Giuseppe Galletta

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