* FLORENCIO ANTON *

(1973 – )

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FLORENCIO ANTON BIOGRAFIA

Fondatore del Grupo Espírita Scheilla, costituito nel 1999 a Salvador de Bahía, è il pittore medianico brasiliano più conosciuto in Italia (ed anche il più giovane caso di studio) al momento della stesura del presente lavoro di ricerca, grazie anche alle sue frequenti esibizioni nei centri di spiritualità di numerosi paesi, nonché alle diverse apparizioni in varie trasmissioni televisive (tra cui la trasmissione “Mistero” su Italia1, che gli ha dedicato un servizio nel 2013).

Nato a Salvador de Bahía, ma cresciuto nella città di Tobias Barreto, nello stato di Sergipe, dove frequentò una scuola elementare cattolica, si è laureato in Educazione, specializzandosi come terapeuta in ipnosi regressiva e come infermiere professionale (lavora attualmente come consulente indipendente e formatore in una clinica per cure palliative).

Fin dalla prima infanzia Florêncio Anton preferiva stare appartato e rifuggiva la compagnia di altri bambini; il suo comportamento era incostante: a volte aggressivo, a volte estremamente remissivo e obbediente, ma spesso anche irragionevole e impulsivo. Secondo una casistica statisticamente riconosciuta, questi sarebbero infatti i tipici segnali della presenza di facoltà medianiche nei bambini: infatti l’artista iniziò a manifestare già ad otto anni i primi fenomeni, riferendo di vedere e sentire strane presenze attorno a lui.

All’età di undici anni venne accolto a casa del famoso spiritista brasiliano Manoel Messias Canuto Oliveira, ingegnere e grande studioso di fenomeni paranormali, che lo spinse a manifestare le sue doti di sensitivo attraverso la psicopittografia, avviandolo alla frequentazione del centro spiritista Grupo da Fraternidade Leopoldo Machado a Salvador de Bahía, dove, nonostante la sua giovane età, venne iniziato al percorso di sviluppo della facoltà medianiche.

In questo centro l’artista ebbe modo di leggere approfonditamente il testo fondamentale di Allan Kardec dal titolo Il Vangelo secondo lo Spiritismo, scritto nel 1864, nel quale il pensatore francese aveva codificato la dottrina del Cristianesimo spiritista, diffusasi poi in tutto il mondo e soprattutto in Brasile (Kardec, 2004).

All’interno del circolo kardeciano, Florêncio Anton cominciò a coltivare e a sviluppare le sue abilità in psicofonia e in scrittura automatica, per poi approdare alla psicopittografia, ossia alla produzione di dipinti di famosi artisti scomparsi, pur non avendo mai studiato pittura.

Fu nel 1990 quando, all’età di 17 anni, i suoi mentori lo invitarono a prendere parte ad un esperimento in cui gli venne chiesto di concentrarsi al buio: durante l’esperimento l’artista (ispirato dagli spiriti di famosi pittori del passato), riuscì a dipingere dieci quadri nella più totale oscurità. Da quel momento Florêncio Anton è stato in grado di “entrare in contatto” con gli spiriti degli artisti defunti, che si servirebbero di lui per dimostrare l’immortalità dell’anima, aiutandolo a trovare le risorse per aiutare la gente povera dei quartieri brasiliani.

Infatti, come tutti gli artisti medianici appartenenti all’ambiente spiritista cristiano di stampo kardeciano, anche Florêncio Anton ha sempre sostenuto di avere una missione da compiere: testimoniare che esiste una vita oltre la morte, che l’anima è immortale e che lui stesso è un intermediario tra il mondo dei vivi e quello dei morti. L’arte sarebbe dunque una manifestazione degli spiriti, i quali, attraverso l’operato del medium-artista, vogliono trasmettere un messaggio di consolazione e di speranza ai vivi, nonché infondere un’energia positiva, che serve a curare le malattie del corpo e dell’anima.

Come si vede, si tratta di una posizione condizionata dal particolare contesto socio-culturale ed antropologico, determinato dall’appartenenza ai circoli spiritici kardeciani, che come già ampiamente illustrato nel paragrafo dedicato all’ipotesi psicoantropologica (o etnopsichiatrica), in grado di esercitare un forte condizionamento sugli adepti, consentendogli di sviluppare e controllare gli stati modificati di coscienza, per mezzo dei quali i medium-pittori sono in grado di manifestare i fenomeni di automatismo creativo, caratteristici dell’arte medianica.

L’arte dunque, secondo la concezione spiritista, oltre ad essere una forma di comunicazione con l’aldilà, diventa uno strumento terapeutico e, per certi aspetti, taumaturgico, in quanto mira a curare e a guarire, trasmettendo energia positiva a chi assiste alle esibizioni pittoriche, che attestano l’esistenza di una dimensione spirituale.

Come già rilevato nel caso di altri medium-pittori, anche questo artista utilizza la musica classica come sottofondo delle sue performance: la musica infatti ha l’obiettivo (secondo un ritualismo tipo dei circoli medianici) di creare un clima adatto a stimolare e potenziare il flusso di comunicazione con i defunti, oltre che isolare l’artista dai rumori dell’ambiente circostante, favorendo la sua entrata in uno stato modificato di coscienza e di dissociazione creativa. Come si vede, esiste sempre una schema ricorrente e rituale, comune a tutte le esibizioni degli artisti medianici brasiliani e tipico delle comunità spiritiste kardeciane.

Florêncio Anton dipinge solitamente ad occhi chiusi, in uno stato di trance (o ipnagogico), nel corso del quale perde il controllo cosciente, consapevole e volontario dei suoi movimenti: l’artista riferisce entrare volontariamente in uno stato di meditazione che induce la trance, ma di rimanere lucido durante l’esecuzione, pur perdendo la cognizione del tempo e dello spazio. Anche questo artista dipinge utilizzando modalità esecutive praticamente impossibili per qualsiasi artista ordinario: ad occhi chiusi, lavorando spesso con entrambe le mani contemporaneamente su due opere diverse, dipingendo anche con i piedi, al buio, al rovescio e così via.

Dall’analisi del materiale video, si nota chiaramente che l’artista risponde con cenni ed espressioni del volto (ed anche con sorrisi) a delle sollecitazioni che provengono senz’altro dalla visualizzazione di immagini mentali o da allucinazioni di tipo visivo.

Numerosi test condotti sull’artista hanno dimostrato che non vi è alcuna frode nell’esecuzione dei dipinti: nel 2018, i ricercatori della Facoltà di Medicina di Coimbra, studiando il cervello del medium durante la trance medianica, hanno scoperto che, durante l’esecuzione dei dipinti medianici, l’attività elettrica del cervello di Florencio è scesa quasi a zero, mentre lo “spirito pittore” continuava a dipingere e parlare, attraverso il medium, con i presenti, in un’altra lingua non parlata dal medium. Sino ad oggi Florêncio Anton ha prodotto oltre 30.000 opere, attribuite a ben 110 artisti diversi, tutti famosi artisti ormai scomparsi, il cui stile personale è stato confermato da numerosi critici ed esperti d’arte. I suoi dipinti vengono venduti unicamente per sostenere, attraverso il ricavato delle esibizioni pubbliche di arte medianica in giro per il mondo, le opere assistenziali e di carità del suo gruppo spiritista a favore della baraccopoli di Mussurunga, un quartiere popolare (bairro), povero e disagiato della periferia di Salvador de Bahía.

La beneficenza, oltre che la disseminazione dello spiritismo (e del suo messaggio di consolazione e speranza per i vivi), è infatti un’altra delle caratteristiche salienti dei medium-pittori brasiliani, i quali non intendono (o non possono) fare commercio delle proprie opere d’arte, ma soltanto aiutare con opere di bene le persone svantaggiate e bisognose della propria comunità. Per avere un’idea della sua attività, è possibile consultare il blog curato dal suo gruppo spiritico: http://diariodapintura.blogspot.it/

 FLORENCIO ANTON QUADRI

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Fonte: Arte Medianica – Una Nuova Ipotesi di Ricerca di Giuseppe Galletta

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