* GERTRUDE EMDE *(1929-2019) |
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![]() Gertrud Emde è vissuta a Ottobrunn, vicino a Monaco, con il marito, il fisico Gunter Emde, e i loro due figli. La famiglia frequentava spesso gruppi spiritualisti locali e nutriva un forte interesse per la parapsicologia, le scienze trascendenti e lo spiritismo. Appartenevano a Imago Mundi, società di parapsicologia diretta dal Prof. Andreas Resch. Gunter era il loro vicepresidente prima di diventare uno dei fondatori del gruppo associato, Via Mundi. Fu in questo ambiente, nel 1979, che iniziò lo sviluppo artistico di Gertrudche ebbe l’idea di provare a scrivere medianicamente. Con sua sorpresa, la sua mano, invece di scrivere parole, iniziò a fare dei rudimentali disegni a tratti, caratteristici delle produzioni automatiche. Disse: “Fin da bambina ho fatto sogni premonitori e sapevo che era possibile scrivere e disegnare medianicamente, ma non avrei mai pensato di poterlo fare da sola. Ad un certo punto però, ho scoperto che ero in grado di usare il pendolo, questo mi ha fatto capire che potevo essere sensibile agli esseri non materiali e forse loro potevano guidare la mia mano. Così una volta, quando ero sola e tranquilla a casa, ci ho provato e ci sono riuscita. Ho fatto mentalmente una domanda, ma al posto delle parole sono arrivati i disegni: molto primitivi all’inizio. Guardai con stupore la mia mano che, indipendentemente dalla mia volontà, disegnava un disegno dopo l’altro alla velocità della luce. Il risultato però non mi soddisfaceva quindi pregavo e sottomettevo la mia volontà alla Sua ed ero esortata a confidare e ad avere pazienza. Così ho continuato, come una bambina che scrive con la maestra che gli tiene la mano. Ora sono costantemente seguita dalle mie guide invisibili, che mi aiutano nella scrittura, nel disegno e anche nelle mie attività quotidiane. Se sono nello stato d’animo giusto, noto subito che il lavoro riesce facilmente. Potrei fare in poche ore quello che prima mi richiedeva giorni”. Fin dall’inizio i disegni di Gertrud hanno rappresentato due temi che in soli due o tre giorni della sua collaborazione compiacente si sono sviluppati in forme tecnicamente raffinate e complesse. Erano molto sorprendenti, provenivano da qualcuno che non sapeva disegnare e mostravano un’intensa e bella luminosità che irradiava un ultraterreno e che lei interpretava come il prodotto dell’attività di due entità separate. Un’entità maschile che le trasmetteva disegni geometrici e una femminile che disegnava motivi floreali. A volte Gertrud poneva domande a queste guide dalle quali riceveva risposte scritte con calligrafia non sua. Fin dall’inizio della sua attività medianica, Gertrud intraprese dei test per assicurarsi che questa produzione fosse indipendente dalla sua volontà. Disegnando con gli occhi chiusi o con gli occhi bendati constatò che ciò che la sua mano produceva era identico a quando lavorava con gli occhi aperti. Questa osservazione le diede fiducia e la incoraggiò così tanto che si sentì spinta a continuare con una fede e una consapevolezza ancora maggiori. La preghiera ha sempre aiutato Gertrud a trovare la giusta disposizione d’animo, e ad allontanare influenze negative che un paio di volte, soprattutto all’inizio, credette di aver individuato nel suo lavoro. Fu anche informata dalle sue guide che i disegni facevano parte di un programma più ampio, volto a dimostrare l’intervento di entità ultraterrene, oltre ad aiutare lei e, attraverso di lei, aiutare la vita degli altri. Gradualmente, oltre a disegnare, sviluppò capacità di guarigione e di scrittura automatica, ricevendo messaggi che aiutavano il progresso spirituale suo e di chi l’ascoltava, inoltre scriveva poesie e usava il pendolo con sempre maggiore precisione. Con queste abilità Gertrud si mise a disposizione per molte ore al giorno e gratuitamente, di coloro che avevano bisogno dei suoi consigli e delle sue abilità come guaritrice. Gertrud considerava la sua medianità un compito e allo stesso tempo una grazia del cielo che, secondo lei, era “una conseguenza della mia decisione di servire Dio con tutte le mie forze e con ogni minuto del mio tempo”. Credeva che la sua medianità la incoraggiasse a parlare della vita dopo la morte, per ricordare alle persone la loro origine divina, la loro parentela celeste e la necessità di condurre una vita gradita a Dio. Questo proposito divino le spiegò perché in così poco tempo le era stato permesso di ricevere così tanto dal mondo degli spiriti. La sua pratica iniziava con le modalità che lei stessa descriveva… “un luogo tranquillo, una preghiera a Dio, la connessione con il mio angelo che permette alla comunicazione di fluire senza bisogno di particolari meditazioni”. Dopo ogni sessione medianica si sentiva riposata e felice. Il contatto poteva accadere in qualsiasi momento, anche se le guide le dissero che preferivano la luce del giorno quando la sua vista era più chiara. All’inizio non sapeva mai cosa avrebbe disegnato e solo una volta ebbe una breve visione del dipinto finito. I disegni iniziavano con la biro, seguiti rapidamente dalle matite colorate che portavano a composizioni geometriche e floreali più grandi, eseguite con pastelli a cera su carta colorata o pastelli arricchiti con oro e argento su carta bianca (42×56 cm). Questi mostravano simbolicamente la radiazione e il movimento di tutto ciò che esiste. Poi vennero gli acquerelli con strutture sempre più complesse che allo stesso tempo erano così delicate che ricordavano le filigrane. In ogni caso, dopo le sue preghiere, riceveva istruzioni sulla scelta dei colori, dei pennelli, delle dimensioni e della posizione dei fogli e se la carta sarebbe stata posizionata in orizzontale o in verticale. Iniziava sempre a disegnare dal centro, creando le linee essenziali e poi aggiungendo migliaia di piccoli segni. I disegni consistono inizialmente di parti staccate; per esempio prima tutte le parti rosse, poi quelle verdi, poi quelle dorate e così via, e solo alla fine il disegno prende forma. Il lavoro era estremamente dettagliato, molto fine, con una struttura in filigrana, che ha sempre richiesto molta pazienza da parte di Gertrud. Mentre i primi disegni, semplici, richiedevano solo pochi minuti, per quelli più complicati impiegava anche più di un’ora. Nel 1981, Gertrud iniziò a dipingere con oli, tecnicamente molto difficili da eseguire. I disegni, estremamente decorativi e con una applicazione di metallo decorativo, rivelano una struttura molto raffinata resa ancora più preziosa dall’oro e dall’argento. Sembrano pizzi e damaschi cosparsi di perle e gioielli. Le foto non rendeno loro giustizia poiché li mostra solo da un’angolazione, mentre con il beneficio delle ombre e dei riflessi dell’oro e dell’argento, e se visti da diverse posizioni, questi dipinti cambiano totalmente forma e colore. Questa difficile tecnica è, secondo Gertrud, un motivo in più per non dubitare della loro origine. Le entità che guidavano la mano di Gertrud le trasmettevano, attraverso la scrittura automatica, messaggi sullo scopo e il contenuto dei dipinti e le spiegavano che attraverso la sua mano cercavano di trasformare la materia spirituale in forme fisicamente percepibili. I dipinti dovevano quindi essere intesi come doni per aiutare Gertrud a convincere le persone dell’esistenza di un mondo superiore. Uno di questi messaggi diceva: “Con i quadri che voglio mostrarvi, manifestate questa luce, questa vita, questo scintillio, questa luminosità, questa radiazione. Tutto è vita, tutto è vibrazione. Questa luce, questo splendore di colori non saresti in grado di farlo apparire sulla carta da sola. Ho fatto brillare questi cristalli per te in modo che tu possa goderteli. Devi testimoniare di noi, del Signore celeste, devi parlare di nostro Padre, devi parlare della vita dopo la morte. Avrai sempre la nostra protezione”. Così Gertrud Emde ha sempre proseguito la missione con le sue guide, che l’hanno riempita di gioia e le hanno dato sicurezza e serenità, trovando, all’interno della sua famiglia e della sua cerchia di contatti un ambiente favorevole all’espressione di questa capacità. Era una donna dolce e gentile, dotata di praticità e senso critico, che viveva a pieno le sue relazioni e i suoi doveri umani, illuminandoli con la presa di coscienza dell’unità sostanziale della nostra esistenza e dell’altro mondo: “Ci dividono i veli, non i muri”, le dissero le sue guide. Più tardi, proseguendo nel suo percorso spirituale, Gertrud non lavorò più in modo completamente automatico come all’inizio, ma riuscì a percepire visioni interiori che era convinta non fossero affatto un prodotto del suo inconscio, ma piuttosto il frutto del contatto con un’altra dimensione. Considerava i suoi dipinti oggetti preziosi che suscitano attenzione, rispetto e amore, da mostrare a coloro che sono in grado di comprenderli. Sono strumenti capaci di aiutare a entrare in sintonia con i piani superiori dell’esistenza, in un’altra realtà che, nelle parole delle sue guide sono “un dono delle sfere celesti, dato ai nostri fratelli che vivono nelle tenebre e nell’oppressione, perché la Luce sia fatta in Onore e Gloria di Dio”. Copyright © Paola Giovetti |
Fonte: https://mediumisticart.com/artists-mediumistic-psychic-visionary-spiritual/gertrud-emde/
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