* GIUSEPPE LANZILLO *

(1913-2005)

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 GIUSEPPE LANZILLO BIOGRAFIA

Odontotecnico napoletano trasferitosi a Bologna, iniziò le sue creazioni medianiche all’improvviso, verso la fine degli anni ’60 all’età di 57 anni, senza aver mai avuto alcuna esperienza in campo pittorico o artistico.

Sin dall’infanzia si erano però verificati alcuni fenomeni anticipatori di presunta natura paranormale (come episodi di precognizione e telepatia), culminati poi in un’intensa attività onirica, che si concentrò ossessivamente sul sogno ricorrente del volto di una misteriosa donna velata e sull’esperienza di viaggi compiuti al di fuori del proprio corpo in paesi lontani. La dimensione del sogno, infatti, caratterizzò fortemente il processo creativo dell’artista, che dipingeva esclusivamente di notte, in stato di trance, realizzando dipinti in modo automatico e rapidissimo (impiegava dai 5 ai 15 minuti per completare un’opera): il processo creativo non lasciava alcun ricordo cosciente nell’autore, come se nel corso del fenomeno il soggetto manifestasse un’altra personalità.

I fenomeni di arte medianica durarono per circa un anno (dal 1970 al 1972) e scomparvero all’improvviso, così come erano iniziati: dipinse un’opera quasi ogni notte per undici mesi di seguito e poi, in modo alterno, per altri due-tre mesi, realizzando 234 tele. L’impulso creativo ritornò dopo qualche tempo, ma lo stile pittorico si rivelò completamente diverso dal precedente, esprimendosi per mezzo di disegni molto semplici ed elementari, a testimonianza che il soggetto non sapeva affatto dipingere.

Le sue opere sono caratterizzate essenzialmente da due tipologie di soggetto:
1) la rappresentazione surreale di paesaggi freddi e nordici, nonché di interni vuoti e inanimati di chiese e cattedrali, caratterizzati da un’atmosfera sacrale e dalla ripetizione di motivi gotici;
2) la raffigurazione di ritratti indefiniti e misteriosi, a volte sofferenti, esangui e monocromatici, attribuiti dall’autore alle sue esperienze di reincarnazione.

La personalità di Lanzillo era istrionica ed egocentrica, molto tendente alla fantasia: l’artista credeva infatti nell’esistenza di dimensioni parallele o altri mondi. Il suo caso venne stato studiato dal CSP – Centro Studi Parapsicologici di Bologna, dove venne sottoposto ad ipnosi ed analizzato nel corso della manifestazione del fenomeno (Cassoli, 1972).

L’artista raccontò che verso i quattro anni aveva subito un incidente, riportando un serio trauma cranico dopo una caduta dal secondo piano della sua abitazione. In seguito, verso i sei anni, cominciò ad avere allucinazioni e a fare sogni premonitori, che poi sfociarono nell’automatismo delle sue produzioni pittoriche, caratterizzate da una straordinaria vivacità creativa, ma soprattutto dalla costante presenza di una figura umana di natura spirituale, una misteriosa “dama velata”.

L’artista riferiva infatti di provare la sensazione di sdoppiarsi nel sonno per raggiungere questa donna a Londra, per poi fare ritorno nel proprio corpo, provando la sensazione di vederlo dall’esterno (come riportato nei casi di esperienza OBE).

Il carattere erotico e fantastico, ma a volte anche religioso, delle sue visioni confermerebbe le origini inconsce delle visioni, che l’autore cercava di sublimare trasferendo le sue pulsioni sessuali sulla propria attività artistica (Freud, 1979).

Come già detto, l’artista iniziò a dipingere a seguito di tali esperienze oniriche, in stato crepuscolare di trance sonnambolica, avvertendo una sensazione di involontaria costrizione, dipingendo anche su mobili e pareti nel caso non avesse trovato una tela a disposizione. Solo dopo aver assecondato tale impulso (che percepiva come una sorta di comando interiore), provava un senso di pace e di tranquillità, come dopo aver assolto a un obbligo impostogli da una forza misteriosa.

Scrive Piero Cassoli, il noto psichiatra bolognese che nel 1972 ebbe modo di studiare da vicino il caso dell’artista presso il CSP, Centro Studi Parapsicologici di Bologna, anche sottoponendolo ad ipnosi: “Lanzillo, ad un certo momento, sotto un impulso profondo, per lo più di carattere erotico e fantastico di tipo inconscio, ha ricevuto un imperativo psicologico verso l’estrinsecazione di una sua tendenza repressa e latente, come spesso accade ai musicisti, scrittori, calcolatori prodigio, i quali, senza aver appreso alcun rudimento particolare e specifico, hanno manifestato in maniera personalissima i loro contenuti profondi e le loro attitudini prima ignorate” (Cassoli, 1972).

Fu proprio il Cassoli a coniare la definizione di “pittore medianico”. Del caso di Giuseppe Lanzillo si occuparono noti psicologi e parapsicologi (tra cui Massimo Inardi, noto tra l’altro per essere stato un famoso campione di Rischiatutto, la celebre trasmissione condotta da Mike Bongiorno negli anni Settanta), oltre che giornali nazionali ed internazionali, rotocalchi e trasmissioni radiofoniche e televisive dell’epoca, facendolo diventare un vero e proprio fenomeno mediatico. L’artista è stato ricordato anche nel film del regista Pupi Avati La cena per farli conoscere, del 2006.

 GIUSEPPE LANZILLO QUADRI

 GIUSEPPE LANZILLO QUADRI

Fonte: Arte Medianica – Una Nuova Ipotesi di Ricerca di Giuseppe Galletta

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