* GOTFRIED DE PURUCKER *(1874 – 1942) |
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![]() Nato il 15 gennaio del 1874 a Suffern, nella Contea di Rockland, New York, de Purucker visse negli Stati Uniti fino agli ultimi anni ’80, quando la famiglia partì per Ginevra, in Svizzera, dove suo padre, ministro episcopale, era stato nominato cappellano della Chiesa Americana; uomo colto e molto impegnato, il suo desiderio più profondo era che il figlio fosse ordinato nella “Comunione Anglicana”. Così insegnò personalmente al ragazzo Latino, Greco ed Ebraico, istruendolo anche nelle lingue moderne europee, come pure nella storia e letteratura dei popoli biblici e dell’antica Grecia e Roma. Il ragazzo vi si applicò con assiduità, ma era una mente profondamente indagatrice, con un intuitivo senso naturale di ciò che era spiritualmente vero e ciò che era artefatto. Prima dei 18 anni, sapeva con certezza di non poter far parte della Chiesa e che, anzi, nessuna religione formale avrebbe mai potuto abbindolarlo. La ricerca della Gnosi, la saggezza vivente dietro i rituali e i dogma esteriori, aveva un potente ascendente su di lui. Lo shock dei genitori fu doloroso: il loro figlio, destinato fin dall’infanzia a diventare ministro, capace di leggere le Sacre Scritture nella loro lingua originale, educato nelle funzioni e responsabilità di un pastore – era diventato agnostico. Profondamente turbato, il giovane lasciò gli studi e la casa di Ginevra, s’imbarcò per l’America e dopo aver passato qualche mese a New York si recò in California, dove lavorò in varie fattorie nella Contea di San Diego. Contemporaneamente, continuava la sua ricerca: “Guardandomi intorno, da ogni parte, cercando di trovare la chiave dei misteri della vita e della morte che mi assillavano intensamente”. Acquistò dei libri sui Tarocchi e sulla guarigione mentale, ma non lo appagarono. Quando lesse la traduzione di una delle Upanishad, si mise al lavorò per imparare il Sanscrito, proprio come in precedenza si era perfezionato nell’Anglosassone, credendo, con il poeta Heine, che “con ogni nuova lingua, possiamo acquisire una nuova anima”. G. de Purucker ci racconta che un giorno ebbe tra le mani un piccolo libro di Teosofia, e per me fu l’inizio: “Vi trovai un pensiero elevato! Sentii che in quel libro c’era più di quanto un agnostico avesse mai trovato. I miei anni passati a studiare e leggere le letterature mondiali – in particolare quelle antiche – mi avevano insegnato a riconoscere l’antica verità, ed ecco che io l’avevo incontrata. Ero affascinato da qualcosa che avevo sempre conosciuto nel mio cuore; e fu questo qualcosa, che era eternamente esistito, e che esiste a tutt’oggi, una confraternita, una compagnia, una società, un’associazione, di nobili Saggi, grandi Veggenti, i ‘Saggi Uomini d’Oriente’, come questo libro li chiamava”. Fu quando iniziò a studiare religioni e filosofie orientali e Teosofia che, nelle sue parole: “Ho capito che l’istinto della mia anima era stato vero”. Della letteratura teosofica disse: “L’ho letto avidamente e l’ho studiato avidamente, e poi il mio cuore si è risvegliato, come il mio cervello si era svegliato prima, ma ora, da uno studio della letteratura teosofica, dal mio cuore che mi svegliava, ho iniziato a realizzare cosa c’era, non solo in me, ma nei miei simili, e mi sono detto: in seguito la mia vita è consacrata a ciò che so essere la verità Nessun uomo può vivere solo per se stesso, nessun uomo può percorrere il sentiero – l’ancora, piccolo, vecchio sentiero – del sé spirituale dentro di lui, da solo”. Non conosciamo il titolo del libro in questione, ma il 16 agosto 1893, Hobart Lorenz Gottfried de Purucker (in seguito conosciuto come G. de Purucker dai suoi compagni) aderì alla Società Teosofica che in America a quel tempo era sotto la guida di William Q. Judge, co-fondatore nel 1875 insieme ad Helena P. Blavatsky e ad Henry S. Olcott, del movimento teosofico moderno. Come membro della Loggia di San Diego e usuale frequentatore della loro biblioteca, de Purucker aiutò ad organizzare una classificazione della Dottrina Segreta, e sebbene avesse solo 19 anni, fu nominato “lettore permanente”, controllando e guidando gli studi dei membri, la maggior parte dei quali erano di parecchio più grandi di lui. Per i successivi 49 anni, fino al giorno della morte, il 27 settembre del 1942, G. de Purucker si dedicò totalmente al servizio dei suoi compagni – un servizio che doveva trovare un magnifico riscontro nella sua delucidazione dei principi spirituali della Teosofia. Qualsiasi cosa dicesse in privato o in pubblico era un ampliamento del sua visione giovanile dell’Unicità dell’impronta divina, e della possibilità che ogni essere umano ha di sperimentare quell’Unicità, e La Sorgente Primordiale dell’Occultismo non fa eccezione. Nel luglio del 1929, Gottfried de Purucker, quando successe a Katherine Tingley nella direzione della Società Teosofica che aveva il quartier generale a Point Loma, in California, iniziò una serie di studi esoterici con il proposito di stimolare i semi dell’altruismo, come pure di dare delle istruzioni sugli aspetti più profondi della Teosofia. Nessuna questione era troppo semplice, nessuna troppo complessa per un attento esame. Insisteva comunque che i punti “scientifico-filosofici” della dottrina fossero sempre uniti a quelli “etico-mistici”: “l’insegnamento lo possiamo apprendere solo dal modo in cui lo viviamo, e allora può svelarci il suo contenuto esoterico”. La sua prima preoccupazione era di permettere allo studente, in via preliminare – prima che potesse essere catturato dal fascino degli insegnamenti altamente filosofici che in seguito avrebbe sviluppato – la piena opportunità di assorbire l’ideale del servizio altruistico, che distingue il sentiero della compassione scelto dai Mentori spirituali dell’umanità. Inoltre, quando gli fu chiesto perché fosse partito dalla parte strettamente dottrinale della serie con un astruso trattato su Spazio e Maya, invece che con i temi funzionali di karma e rinascita che erano facilmente afferrabili, egli replicò che quelle dottrine erano già abbondantemente trattate nella letteratura pubblicata dalla Società. Tutto il suo sforzo era di elevare la coscienza dello studente, al di là degli angusti confini delle ricerche puramente personali, in ricerche cosmiche, in cui anche quelle più intricate potessero essere viste in misura più veritiera. Con i suoi libri si rivolge a tutti coloro che riconoscono l’interrelazione tra il destino umano e il disegno cosmico; coloro che intuitivamente percepiscono che il pellegrinaggio dell’uomo abbraccia una molteplicità di vite sulla terra affinché l’anima, nel corso delle Ere, possa esternare la sua divinità latente. Soprattutto, parla a chi, nei suoi momenti più intimi, sente il richiamo della via interiore, per trovare il tranquillo, piccolo sentiero, e prendere l’antico voto di auto-consacrarsi al servizio dell’umanità. Forse qualcuno avrebbe preferito che il dr. de Purucker avesse limitato al minimo l’uso di termini stranieri, e presentato il suo punto di vista teosofico semplicemente, con un’esposizione chiara del tema. Infatti, ne “La Fonte Primordiale”, quand’è raffigurata la discesa dello spirito nella materia e la risalita alla sua sorgente originaria, leggiamo di lokas e talas, di piani e dhatu, di monadi e rivestimenti. Vi è una ragione profonda nell’uso di una terminologia così ricca, tratta dal patrimonio religioso e filosofico d’Oriente e Occidente. Le idee fondamentali sono identiche, ma ciascun portatore di luce trasmette la propria visione della Realtà attraverso la lente della sua esperienza iniziatica. Di conseguenza, ogni veggente spirituale offre ciò che sembra essere un’esposizione originale, quando in effetti egli sta soltanto rivestendo di diverse forme esteriori la stessa verità occulta. Fu non solo per arricchire la comprensione delle persone attaccate ad una particolare fede, ma ugualmente per aiutare gli studenti a confrontare religione, filosofia e mitologia, che il dr. de Pucker dimostra esaurientemente come nelle antiche letterature i molti e vari nomi di Dio e degli dèi, e le loro molteplici funzioni, non sono che modalità diverse per descrivere l’unico processo evolutivo. I suoi libri vanno oltre un ordinario trattamento dottrinale; sono piuttosto uno stimolo all’intuizione. Se il lettore può seguire le sequenze dell’autore, a volte sottili e tuttavia sempre inscindibili, può scoprire, in un improvviso lampo d’intuizione, ciò che veramente diceva Helena P. Blavatsky in qualche passo “difficile”. Ciò che all’inizio confondeva anche il più avveduto, può diventare, spesso senza che la sua mente-cervello ne sia consapevole, illuminante per la saggezza pratica. Non si deve supporre che l’autore consideri gli scritti di Helena P. Blavatsky o dei suoi maestri come “una prova finale d’autorità infallibile, alla stregua di come i cristiani hanno sempre considerato la Bibbia e l’hanno quindi idolatrata” – per citare una lettera che G. de Purucker scrisse il 14 giugno 1932 a Trevor Barker – “Se così fosse, nessuno evolverebbe mai. I libri di Helena P. Blavatsky devono essere sacrosanti… Dobbiamo attenerci ai principi delle cose. Ė molto importante”. Più volte l’autore ci ricorda che la sola autorità, il solo vero iniziatore è per ogni individuo il proprio sé superiore. Il paradosso è che il dr. de Purucker parla “con autorità”, l’autorità della profonda esperienza spirituale. A causa di ciò molte, molte porte sono spalancate, sebbene molte altre restino chiuse o soltanto leggermente accostate, aspettando il momento in cui lo stesso lettore dia un colpo che aprirà l’entrata alla luce del proprio dio interiore. Facendo affidamento unicamente sul sapere della testa, la dottrina dell’occhio, significa ottenere soltanto un po’ di merito permanente. Ė la dottrina del cuore che dovrebbe affermare la propria devozione, la saggezza del cuore che s’imprime nell’anima. Significativamente, G. de Purucker, già nel 1935, espresse pubblicamente la speranza, se avesse trovato “il tempo e la forza di farlo, di pubblicare un altro volume o due, contenenti gli insegnamenti teosofici” che fino a quel momento erano circolati privatamente. Riteneva che ciò che prima era stato reputato esoterico avrebbe potuto essere compreso anche allora in misura maggiore, per il fatto che “l’intelligenza più acuta degli uomini moderni”, come pure l’incrementata “ricettività alle nuove idee, hanno creato un campo di coscienza completamente diverso e, in verità, non coltivato”. La sua eredità include diverse pubblicazioni, tra cui delucidazioni degli scritti di Helena P. Blavatsky. Diversi lavori aggiuntivi sono stati pubblicati anche postumi. Opere– Vento dello Spirito |
Fonte: https://en.wikipedia.org/wiki/Gottfried_de_Purucker
Fonte: http://www.theosociety.org/pasadena/fso-it/fso-hp-it.htm
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