* ROSEMARY BROWN *

(1916 – 2001)

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ROSEMARY BROWN BIOGRAFIA

Si narra che la bambina avesse sette anni quando vide per la prima volta un’ectoplasma. I capelli della presenza erano lunghi e bianchi e indossava una lunga tunica; l’apparizione le disse che in vita era stato compositore e pianista e che sarebbe tornato per donarle la sua arte. La bimba ricordò l’incontro per il resto della vita, ma non sapeva chi fosse quell’uomo finché, alcuni anni dopo, non vide una foto di Franz Liszt.

Quella bambina si chiamava Rosemary Dickeson Brown e la sua storia è una delle più strane nella storia della musica. La madre e la nonna della bambina erano state delle appassionate di spiritismo, e Rosemary stessa cominciò a dimostrare notevoli poteri psichici ad un’età molto precoce. Parlò infatti ai suoi genitori di eventi che avevano preceduto la sua nascita, e quando le chiesero come faceva a conoscerli, rispose che glieli avevano narrati “i suoi visitatori”.

Rosemary Dickeson nacque a Londra nel 1916;  il padre era un elettricista, la madre una “catering manager” ed abitavano in un appartamento in affitto sopra una sala da ballo. Proprio in questa sala in gioventù la Brown prese saltuarie lezioni di piano. Sebbene le fonti non siano d’accordo sul suo talento musicale, non emerge dai racconti di chi la conobbe alcuna possibilità che potesse diventare una pianista professionista.

Prima del 1964 non aveva mai dato molta importanza alla musica e non aveva che una modesta istruzione in proposito. Dopo la guerra comprò un pianoforte di seconda mano e per un anno riprese le lezioni. Ma uno dei suoi vicini, un organista, non aveva grande stima del suo talento: “Sapeva appena strimpellare un inno”, disse in seguito.

Nel 1952 sposò uno scienziato di nome Charles Brown ed ebbe due figli; il matrimonio durò nove anni, sino alla morte del marito, avvenuta nel 1961.

La Brown fu sempre assai sensibile. Una volta disse: “Ho sempre avuto l’abilità, sin da quando riesco a ricordarlo, di vedere e sentire persone che sono considerate decedute”. La morte della madre e di suo marito innescarono un nuovo interesse per l’aldilà e non molto tempo dopo, le riapparve la presenza che aveva vista in fanciullezza.

Descrisse l’inizio del suo percorso con Liszt in questa intervista alla BBC: “In realtà ero a casa perché avevo avuto un incidente al lavoro; mi ero rotta alcune costole e l’ospedale mi aveva dimesso dicendomi che avrei dovuto riposare, che non avrei dovuto fare alcun lavoro pesante. Il tempo scorreva molto lentamente perché non potevo fare molto; decisi allora di andare al vecchio piano, che non era stato toccato per anni, e pensai che mi sarei seduta e avrei provato a ricordare qualche piccolo motivetto che avevo imparato da bambina. Così mi sedetti e iniziai a provare qualche melodia… improvvisamente le mani furono controllate da Liszt e iniziarono a suonare musica bella e straordinariamente difficile”.

Successivamente Liszt servì anche come una sorta di “canale” per evocare altri compositori. Alla fine trascrisse brani “di” Debussy, Rachmaninoff, Schubert, Chopin, Stravinsky e Beethoven. Sosteneva che ogni compositore avesse uno stile di trasmissione unico. Alcuni le premevano le mani sulla tastiera (la Brown apprezzava questo metodo: in quella maniera poteva effettivamente sentire quello che stava scrivendo), mentre altri preferivano dettarle direttamente la musica affinché lei la trascrivesse sulla carta pentagrammata. Liszt era alla guida del gruppo dei compositori che si sono avvicendati nella storia medianica di Rosemary. Li accompagnava sempre al primo incontro, rimanendo in disparte in quelli successivi e controllando che le comunicazioni procedessero bene. Ognuno dei compositori che hanno interagito con Rosemary ha avuto un rapporto diverso con lei, come avevano caratteri e atteggiamenti diversi nei suoi confronti, così come utilizzavano modi diversi per comunicarle la musica. Loro scopo era di far capire all’uomo che la vita non termina con la morte e che questa non è altro che un cambiamento di stato di coscienza.

Il suo repertorio includeva una sonata di Schubert di quaranta pagine, una Fantasia in tre movimenti di Chopin, dodici lieder di Schubert e due sonate di Beethoven, oltre alla sua decima e undicesima sinfonia, entrambe incompiute.

Doveva comunque affidare le composizioni a pianisti esperti, poiché non ebbe mai la tecnica per suonarle da sola. Tra le “sessioni di trasmissione”, i compositori incominciarono ad interagire con lei a livello più intimo ed umano; la Brown sostenne che Liszt si interessasse al prezzo delle banane, mentre Chopin era terrorizzato dalla televisione e Debussy era “un tipo hippie”.

In una intervista rilasciata in Germania e poi inserita nelle note esplicative di un LP della Philips dedicato all’esecuzione dei brani trasmessi dall’aldilà la Brown sentenzia: “Avere a che fare con Beethoven è un po’ estenuante, perché a volte desidera trasmettere tre o quattro o addirittura sette o otto pezzi allo stesso tempo. Sarei felice di completarne un pezzo tutto assieme, ma invece il compositore mi dà un frammento di un pezzo e poi due pagine di un altro – questo è veramente (un modo di procedere) confuso, ma devo adattarmi ad esso… Forse chissà unirà i pezzi insieme alla fine…  Se così accadrà, succederà solo in sezioni, fino a quando il tutto non sarà completo, esistono inoltre composizioni che ha iniziato ma che non sono ancora state completate. E’ possibile, del tutto possibile, che saranno pubblicate perché la maggior parte di loro hanno un meraviglioso e promettente inizio. Sono ancora intimorita da Beethoven, anche se è, con me, un uomo di grande compassione. Beethoven non richiede orchestra. Ha una forza persuasiva così forte che quando qualcuno ascolta le sue creazioni, le stesse chiedono solo di essere semplicemente ascoltate. Poi pensa alla musica e il suono di tutta l’orchestra fluisce dalla sua mente. È l’unico che è in grado di farlo. Beethoven sembra avere circa trentacinque anni. Sembra stia molto bene e non ha certo quell’espressione scontrosa che ci è stata tramandata”.

Affascinata dal lavoro che la Brown stava producendo, l’insegnante di musica scozzese Mary Firth collaborò con Sir George Trevelyan per creare un fondo che le permettesse di lasciare il suo lavoro giornaliero e dedicarsi integralmente a queste sessioni spiritistiche. I produttori televisivi cominciarono a interessarsi a questa vedova silenziosa, che ripeteva pazientemente la storia più e più volte. Compose pezzi musicali davanti alle telecamere della BBC ed anche davanti al presentatore TV Johnny Carson. In vecchiaia scrisse diversi libri su queste esperienze e in un documentario apparve anche sulla nostra RAI.

Musicisti

Molti musicisti, come Henry Searle, furono affascinati dalle composizioni della Brown e la sua fama negli anni ’60 e ’70 fu tale che le fece visita anche  lo stesso Leonard Bernstein, ma ci fu anche chi la considerò di nessun valore come André Previn. Alcuni musicisti abbracciarono la teoria dell’origine ultraterrena dei suoi pezzi e altri ne furono assai meno impressionati. In effetti nessuno trovò una spiegazione logica convincente per confutare o screditare la creazione di queste musiche, anche perché la Brown ricavò molto poco in termini economici da questa sua attività.

L’opinione dei critici sulle trascrizioni di Rosemary Brown fu molto varia, ma la maggioranza ammise che, in molti casi, era evidente la somiglianza con le opere dei vari compositori. Imitazioni e falsi sono già stati tentati in passato, ma per fare questo è necessaria una considerevole educazione musicale. Le nozioni di Rosemary in questo campo erano invece così ristrette, che la donna non era in grado di eseguire la maggior parte dei “pezzi” a lei dettati. Ben presto, però, migliorò la sua tecnica: Brahms la fece esercitare perché acquistasse maggiore abilità di dita; Rachmaninov e Liszt curarono il suo stile migliorandolo notevolmente.

Rosemary Brown fu accuratamente analizzata da musicisti e da psicologi; nessuno riuscì a individuare come potesse imbrogliare il pubblico, ammesso che lei stesse raccontando frottole. Maurice Barbanell, direttore dell’edizione londinese di Psychic News, dichiarò: “Sembra un medium chiaroveggente e chiarosenziente nello stesso tempo. Quello che fa è paragonabile a ciò che centinaia di altri medium hanno fatto; l’unica differenza, è che qui sono coinvolti famosi musicisti”.

Secondo altre spiegazioni avanzate, i compositori avevano lasciato spartiti sconosciuti, e Rosemary era in grado di leggere quei fogli, usando inconsapevolmente una forma di telepatia. E ancora: sempre per telepatia, la donna “raccoglieva” la musica dalle persone che le stavano intorno. Comunque fosse, la Brown non passava certo il suo tempo in compagnia di musicisti che fossero in grado di comporre brani alla maniera di Bach e di Beethoven.

Della musica, poi, Richard Rodney Bennett, noto compositore inglese, diceva: “Un quantità di persone sa improvvisare; ma non è possibile fabbricare musica come questa senza anni di esercitazione. Io stesso non sarei stato in grado di mettere insieme le parti che vengono attribuite a Beethoven”.

Hephzibah Menuhin, la concertista sorella di Yehudi, rimase anche lei molto impressionata: “La sua sincerità è fuori discussione. E la musica è assolutamente nello stile dei compositori ai quali viene attribuita”.

Alain Rich, il critico musicale della rivista New York, si mostrò di parere diverso. Dopo aver udito una registrazione privata, di brani per pianoforte più semplici “composti” dagli spiriti di Bach, Beethoven, Chopin e Debussy, Liszt e Schubert, concluse che non erano altro che rievocazioni scadenti di alcune delle loro migliori composizioni e che non possedevano nulla di originale. Al solito, non sempre tutti i pareri possono essere concordi. Alcuni brani da lei trascritti, oltre ad essere eseguiti da musicisti conosciuti al pubblico, come Peter Katin, sono stati anche incisi su dischi mentre alcune delle partiture sono state pubblicate.

Parapsicologi

Tra i parapsicologi che si sono occupati di Rosemary, l’olandese W.H.C. Tenhaeff l’ha sottoposta a test psicologici e psichiatrici, affermando che “il caso di Rosemary Brown, a mio parere, appartiene a quelli che per noi rimarranno nell’incertezza se sia applicabile l’ipotesi spirituale. Come ho detto altrove, io in principio non rifiuto l’ipotesi spirituale nel caso di Rosemary e di altri, ma il non-rifiuto e l’accettazione non sono sinonimi. Io sono, però, pienamente convinto che l’origine delle sue composizioni possa essere oggetto di un’indagine approfondita. L’inizio c’è stato. Rosemary Brown era in Olanda poco tempo fa, e noi abbiamo colto l’occasione della sua visita per sottoporla ad un preliminare esame psicologico e psichiatrico. Il risultato ha mostrato che abbiamo a che fare con una donna equilibrata e non preoccupata di diventare famosa”.

Le visite paranormali rallentarono quando la salute della sensitiva diminuì fin quando ella si spense nel novembre 2001.

Forse Rosemary Brown stava davvero canalizzando gli spiriti (o lo spirito) dei grandi compositori. O forse ingannò tutti quanti lavorando con un complice o avendo una cultura musicale avanzata tenuta gelosamente segreta. Indipendentemente da ciò, le composizioni di Rosemary Brown si presentano come alcune delle più uniche e straordinarie musiche mai scritte.

Pubblicazioni

– Martin, Douglas (2 December 2001). “Rosemary Brown, a Friend of Dead Composers, Dies at 85”. New York Times. Retrieved 29 September 2008.
– Brown, Rosemary. (1971). “Unfinished Symphonies”. William Morrow. p. 161
– Kastenbaum, Robert. (1984). “Is There Life After Death?”. Rider and Company. pp. 182–183
– Edwards, Harry (1995). “Rosemary Brown (1931 – )”. A skeptic’s guide to the New Age. Australian Skeptics. ISBN 978-0-646-24502-7.  (from on-line copy in Investigator (104), September 2005, retrieved 29 September 2008
– Neher, Andrew. (2011). “Paranormal and Transcendental Experience: A Psychological Examination”. Dover Publications. p. 208. ISBN 0-486-26167-0
– Zusne, Leonard; Jones, Warren H. (1989). “Anomalistic Psychology: A Study of Magical Thinking”. Lawrence Erlbaum Associates, Inc. p. 105. ISBN 978-0-805-80507-9
– Brown, Matthew. (2012). “Debussy Redux: The Impact of His Music on Popular Culture”. Indiana University Press. pp. 36–37. ISBN 978-0-253-35716-8

ROSEMARY BROWN QUADRI

ROSEMARY BROWN QUADRI

Fonte: https://www.lvbeethoven.it/rosemary_brown/
Fonte: https://www.viaggionelmistero.it/paranormale/fenomeni-medianici/rosemary-brown-e-gli-spartiti-medianici

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