* VICTORIEN SARDOU *(1831 – 1908) |
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![]() I Sardou risiedevano a Le Cannet, un paese vicino a Cannes, ma furono rovinati da una gelata che distrusse tutti i loro oliveti, così Antoine Léandre Sardou, padre di Victorien, in cerca di un impiego si trasferì a Parigi, dove nacque Victorien. Antoine fu successivamente contabile in un’azienda commerciale, insegnante di contabilità, direttore di una scuola provinciale, insegnante privato ed editore di grammatiche, dizionari e altri testi. Nonostante ciò riusciva a malapena a sostenere la famiglia e, quando si ritirò nella cittadina natale, Victorien dovette interrompere gli studi di medicina e cominciare a provvedere a se stesso insegnando Francese a ragazzi stranieri, dando anche lezioni private di Latino, Storia e Matematica, e allo stesso tempo iniziò a scrivere per il palcoscenico. Dopo un inizio difficile come drammaturgo divenne molto popolare, le sue opere più famose furono Madame Sans-Gêne, La Tosca e Pattes de mouches (A Scrap of Paper). Fu tra i maggiori autori teatrali francesi della seconda metà dell’Ottocento, celebre commediografo, drammaturgo e membro dell’Accademia di Francia. Artista medianicoVictorien Sardou fu anche un appassionato di spiritismo e manifestazioni medianiche. Frequentò con assiduità la Società parigina degli Studi Spiritisti, presieduta da Allan Kardec (pseudonimo di Hippolyte Léon Denizard Rivail), il pedagogista e filosofo francese che codificò la dottrina dello spiritismo, ed era tenuto in molto conto in quegli ambienti. Nel 1900 la “Rivista Spiritualista”, in un articolo dedicato al Congresso Internazionale Spiritista e Spiritualista di quell’anno, riporta parte di una lettera in cui Léon Denis (celebre filosofo e parapsicologo francese) parla di Sardou: “Vi ricordo che il Sig. Victorien Sardou è stato così gentile da accettare la Presidenza Onoraria del Congresso, così come A. Aksakov e Russel-Wallace”. Sardou sosteneva inoltre che le sue commedie gli venissero dettate dallo spirito dell’artista Bernard Palissy (famoso ceramista francese del Cinquecento). Molto famosi divennero i suoi disegni raffiguranti i paesaggi di Giove, eseguiti con una tecnica simile al “puntinismo”, attraverso i quali l’artista rappresentò le sue presunte visioni di un mondo alieno, popolato da spettacolari edifici, disegnati attraverso il consueto stile decorativo tipico di altri artisti medianici. Victorien Sardou è diventato un medium disegnatore cercando di praticare la psicografia, che è una delle pratiche spiritualiste più utilizzate, e quello che Sardou ottenne all’inizio è un ritratto, che ovviamente riconobbe come realizzato non di sua volontà. Proseguì poi i suoi esperimenti e giunse a produrre la serie che ancora oggi si conserva e viene esposta: In altre opere invece utilizzò particolari variazioni figurative, come minuscole figure musicali di crome e semicrome. L’artista, pur operando in stato di lucidità, riferiva di sentirsi “posseduto” da entità a lui estranee, che guidavano la sua mano, manifestando anche altri fenomeni di natura paranormale, come psicocinesi e materializzazione. Sardou spiegò il suo metodo e le sue opere in diversi numeri della Revue Spirite nel 1858. Nel numero di agosto presentò la sua incisione “La Maison de Mozart”, “que Palissy a bien voulu [lui] faire dessiner sur cuivre” [che Palissy è stato così gentile da farmi disegnare su una lastra di rame]. Nel numero di settembre, il fondatore della rivista, Allan Kardec, spiegò il metodo con cui Sardou operava: “Quando lo vediamo al lavoro accettiamo facilmente l’assenza di qualsiasi concepimento premeditato o volontà. La sua mano, mossa da una forza occulta, dà alla matita o al bulino il moto più irregolare e più contrario ai precetti elementari dell’arte: si muove continuamente e con una velocità incredibile da un capo all’altro della lastra, senza mai lasciarla, e ritorna allo stesso punto cento volte. In questo modo inizia e continua contemporaneamente il disegno in ogni parte e non completa una parte prima di iniziarne un’altra”. Questo metodo utilizzato da Victorien Sardou per creare le sue stampe “automatiche” attirò l’attenzione dei surrealisti. Una prova della “Maison de Mozart” era nella collezione di André Breton, venduta all’asta da Calmels-Cohen nell’aprile 2003 (lotto 4236). Robert de Montesquiou ha descritto il “Quartier des Animaux chez Zoroaster” in un capitolo di “Thinking Reeds” [Canne Pensanti] sui disegni spiritualisti: “Sembra un disegno di un pazzo Berain [Jean Berain, il pittore e designer francese del 17° secolo]. Un fantastico incontro di ginnastica in cui i clown assomigliano sia all’uomo volante di da Vinci che alle creazioni di Blake, Ariel, Auriols, Body, fratelli Zemgano, in forma più o meno umana; un volto umano con orecchie di gatto o di canguro; teste di cervo, coda di scimmia, antenne di insetto; acrobati, svolazzanti o sospesi a mezz’aria, in volo aereo tra altalene, scale di corda e trapezi; in piedi su sgabelli istoriati, adagiati su triclini intagliati, seduti su sedie a dondolo barocche; sotto tende da sole o in amache appese ad arbusti il cui tronco porta diversi tipi di fogliame. Bowling con una palla a forma di anello; smorfie, disarticolazioni, ribaltamenti, accovacciamenti, gambe alzate. Il tutto sotto il riparo trasparente di uno stelo di ombrella”. (Thinking Reeds , Fasquelle, 1897, p. 110, nostra traduzione). La medianità di Sardou durò poco, dopo qualche mese gli Spiriti gli avrebbero dato un’ultimo messaggio (in risposta al suo scetticismo iniziale): “Sei convinto? Adesso hai di meglio da fare”. Questi disegni assicurarono sicuramente a Sardou la sua notorietà negli ambienti spiritualisti, ma non furono di alcuna utilità per un giovane drammaturgo che all’epoca si trovava in una situazione economica estremamente precaria. Tuttavia egli non cesserà di documentarsi sullo spiritualismo e di praticarlo, e durante l’anno 1896 frequentò alcune sessioni con la famosa medium Eusapia Palladino nota per le sue manifestazioni fisiche. Così, la sua opera “Spiritisme”, interpretata da Sarah Bernhard e rappresentata a Parigi al Theatre de la Reinassance nel febbraio del 1908, rappresenterà il culmine di mezzo secolo di storia vissuta di spiritualismo da parte di un drammaturgo riconosciuto e al culmine del suo successo e popolarità. I disegni medianici di Sardou sono stati esposti solo pochi anni fa, dal 18 marzo al 5 giugno 2005, al Musée de l’Art Brut di Losanna, durante la mostra “L’Art spiritiste”. |
Fonte: https://books.openedition.org/pus/10986?lang=it
Fonte: https://www.sarah-sauvin.com/
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